Abbattimento in periodo non consentito di specie cacciabile e cane da caccia colpevole?

Senza addentrarci molto sulle questioni giuridiche circa la disposizione normativa applicabile al caso di abbattimento di una specie cacciabile fuori da periodo consentito dal calendario venatorio (che sarà oggetto di altro articolo di approfondimento sul diritto della caccia) ci occupiamo di un caso verificatosi e risolto positivamente per il malcapitato cacciatore.

A seguito di un massiccio servizio di controllo, gli agenti denunciavano alla Procura della Repubblica un cacciatore, per abbattimento di una specie cacciabile in periodo non consentito dal calendario venatorio, sequestrando allo stesso il fucile, le cartucce, e la selvaggina cacciata.

Il cacciatore veniva tratto a giudizio per reato penale, con l’accusa di aver abbattuto un volatile fuori dal periodo consentito dal calendario venatorio, appioppando al malcapitato il reato equivalente all’esercizio della caccia in periodo di divieto assoluto, cioè di caccia chiusa.

A seguito del giudizio il difensore faceva presente che il cacciatore non aveva assolutamente abbattuto il volatile, ma che eventualmente il volatile era stato abbattuto da altri verosimilmente qualche giorno prima oppure la mattina;

e che giunto sul posto, il suo ausiliare cioè il cane da caccia, girando aveva trovato questo volatile, e, da buon cane da caccia lo aveva(giustamente) portato al suo padrone ovvero lasciandolo per terra nei pressi dell’appostamento temporaneo del cacciatore, precisamente vicino il suo zainetto da caccia.

Escusso il testimone nel processo, quest’ultimo confermava che il volatile – oggetto del processo penale – era stato ritrovato dal cane quel pomeriggio in un luogo aperto e lo aveva portato al suo padrone, come fa ogni buon cane da caccia.

Inoltre il teste confermava che i volatili abbattuti quel giorno dall’imputato(cacciatore) erano tutti legati e appesi nel carniere, mentre il volatile ritrovato dal cane ed oggetto del processo, era posizionato a terra nei pressi dell’appostamento temporaneo del cacciatore.

In conclusione il cacciatore malcapitato veniva assolto dal reato penale e successivamente il giudice disponeva il dissequestrato del fucile da caccia e delle relative cartucce.

In questo caso è stata dimostrata l’innocenza del malcapitato cacciatore.

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Avv. Sassano

Di Avv. Sassano

Avv. Sassano Costantino Valentino, laureato in Giurisprudenza presso L' Alma Mater Studiorum UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI BOLOGNA. Consulente Tecnico Esperto e Master in BALISTICA FORENSE. Esperto e Consulente Tecnico di BALISTICA VENATORIA. Master in AMMINISTRAZIONE E GESTIONE della Fauna Selvatica

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