Oggi segnaliamo un caso molto interessante che rappresenta un precedente importante e significativo ovvero sparare ai cinghiali per difendere il raccolto e le colture della propria azienda, devastata dagli stessi ungulati.

I titolari di una azienda agricola della Liguria hanno richiesto un permesso per cacciare i cinghiali visto le continue e incessanti incursioni nei loro terreni ed il conseguente danneggiamento delle colture in atto, prossime alla raccolta.

Una delibera della Regione stabilisce che è possibile il controllo degli ungulati in autodifesa dei fondi agricoli a protezione delle colture aziendali, collaborando al piano di abbattimento dell’ungulato, cinghiale e daino di cui alla legge 157/92 e art. 36 l.r. n. 29 del 1994 mediante tiro all’aspetto da postazione fissa e cattura tramite recinto o gabbia ( solo per il cinghiale)”.

Nonostante la tempestiva richiesta dei titolari dell’azienda, la Regione e l’ATC territorialmente competente non hanno dato nessuna risposta, sono rimasti in silenzio.

I titolari della azienda hanno proposto ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale, chiedendo un provvedimento d’urgenza per evitare notevoli danni alle colture prossime al raccolto, nonché hanno chiesto la condanna dell’Amministrazione ad adottare i provvedimenti di competenza anche tramite la nomina di un commissario ad acta e infine hanno chiesto la condanna della Amministrazione al risarcimento dei danni.

È stato evidenziato la sussistenza di una situazione di estrema gravità e urgenza tale da non consentire un rinvio della discussione ad una successiva e prossima camera di consiglio, dopo la riapertura del tribunale.

Il Tribunale Amministrativo Regionale in accoglimento della richiesta di un provvedimento urgente ed indifferibile, ha disposto che la Regione termini il procedimento prestabilito e richiesto dalle parti;

e per l’effetto, in accoglimento della istanza cautelare della parte ha ordinato alla Regione di provvedere sulla richiesta del ricorrente entro 15 giorni dalla comunicazione dello stesso provvedimento cautelare.

Constestualmente il TAR ha fissato l’udienza di merito.

Le parti ricorrenti hanno evidenziato che l’unico rimedio urgente ed efficace contro i gravi danni causati dai cinghiali nelle colture è rappresentato dall’abbattimento con armi da fuoco, in quanto mezzi passivi di difesa tipo recinzioni, non possono e non potevano essere realizzate in quanto eccessivamente costose per l’azienda e inoltre il territorio impervio talvolta rende difficile la realizzazione delle stesse.

Questo provvedimento d’urgenza fatto dal TAR è un precedente molto importante e significativo, poi staremo a vedere nella udienza di merito( cioè la causa definitiva) che cosa stabilirà la sentenza definitiva.

Per il momento i titolari della azienda hanno avuto ragione e la Regione e l’ATC dovranno ottemperare a quanto stabilito dal TAR.

Se la sentenza definitiva sarà favorevole, rappresenterà un principio e un precedente molto importante per la difesa delle attività agricole tramite abbattimento degli ungulati, quello che potremmo definire una sorta di  “ DIRITTO DI LEGITTIMA DIFESA DELLA PROPRIA AZIENDA AGRICOLA DAI DANNI CAUSATI DA ANIMALI SELVATICI “ in particolare dagli ungulati.

Credo che questo provvedimento d’urgenza emesso dal tribunale amministrativo sia molto coerente, ben motivato, legittimo, lineare e giusto.

Il provvedimento d’urgenza è stato emesso nella sessione feriale in data 16 agosto 2022.

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Avv. Sassano

Di Avv. Sassano

Avv. Sassano Costantino Valentino, laureato in Giurisprudenza presso L' Alma Mater Studiorum UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI BOLOGNA. Consulente Tecnico Esperto in BALISTICA FORENSE. Esperto di BALISTICA VENATORIA.

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